Sinodo: La Chiesa di Roma chiede perdono
È all'apertura del Sinodo che il Papa chiede perdono. "Chiediamo perdono con vergogna a chi è stato ferito dai nostri peccati". Ma lo abbiamo sentito molte volte santità ma con quale risultato finale? Forse sono più vere le testimonianze di chi vive questa vergogna in prima persona?
Quindi chi è a chiedere perdono?
Suor Deema, voce dalla guerra in Siria – Originaria di Homs, della comunità monastica di al-Khalil fondata nel 1991 da padre Paolo Dall’Oglio, parla a singhiozzi e racconta di una guerra che "non solo distrugge edifici e strade, ma intacca anche i legami più intimi, i nostri ricordi, le nostre radici e le nostre relazioni". Le ha confidato un conoscente: "Ho paura di morire ucciso da un mio amico musulmano. In queste macerie di egoismo, violenza e avidità, è brillata la luce della solidarietà, della resistenza all’odio, della non violenza. Abbiamo cercato di creare possibilità di incontro, spazi di dialogo e crescita fondamentali per la ricostruzione delle relazioni e della speranza". Il Papa aggiunge Siamo mendicanti della misericordia del Padre è sempre Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca di perdono. Noi siamo come il pubblicano, abbiamo gli occhi bassi e proviamo vergogna per i nostri peccati. Non potremmo invocare il nome di Dio senza chiedere perdono ai fratelli e alle sorelle, alla Terra e alle creature. Di fronte al male e alla sofferenza innocente domandiamo: dove sei Signore? Dobbiamo interrogarci sulle responsabilità che abbiamo quando non riusciamo a fermare il male con il bene. Non possiamo pretendere di risolvere i conflitti alimentando violenza che diventa sempre più efferata, riscattarci provocando dolore, salvarci con la morte dell’altro".
La sessione è preceduta da due giorni di ritiro (30 settembre-1° ottobre)
guidati dal domenicano Timothy Radcliffe e dalla benedettina Ignazia Angelini. Dice il cardinale maltese Mario Grech, segretario generale del Sinodo: "La Chiesa è di Dio non un prodotto delle nostre azioni". Ma il cardinale in questione dimentica che sono le manomissioni di 1500 fatte dall'uomo clerico ad aver formato questa Chiesa e le sue vergogne non Dio.
In ordine sparso i presenti annunciano al Signore la loro richiesta di perdono. Una lunga serie di malefatte e manomissioni disperse o raccolte nei secoli.
Sette Cardinali – Gracias, Czerny, O’Malley, Farrell, López Romero, Fernández, Schönborn – si fanno voce della Chiesa per invocare il perdono di Dio per ferite che "non smettono di sanguinare" tra la gente, della quale è stata infranta la fiducia. Uno a uno leggono queste intenzioni nella Basilica vaticana durante la veglia penitenziale che conclude il ritiro di preparazione all’Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, che si aprirà la mattina del 2 ottobre, con una Messa solenne in Piazza San Pietro. È il Papa a presiedere la liturgia, novità di questa seconda parte del Sinodo, ed è il Papa ad aver scritto queste intenzioni "perché – come dice nella sua riflessione a conclusione della celebrazione – era necessario chiamare per nome i nostri principali peccati. E noi li nascondiamo o li diciamo con parole troppo educate".
“Chiediamo perdono, provando vergogna per: gli abusi sessuali, di potere, di coscienza; per la guerra, il colonialismo e lo sfruttamento, per l’indifferenza verso i migranti; per il mancato riconoscimento della dignità di ogni vita umana; per aver reso le donne mute e succubi o sfruttate, specie nella vita consacrata; per l'abbandono dei detenuti e per la pena di morte; per la speranza rubata ai giovani e per la dottrina usata come pietra per trattamenti disumani; per aver ceduto alle lusinghe della vanagloria; per l’autorità trasformata in potere".
L'atto penitenziale in questione non è frutto di contrizione bensì di propaganda. Ogni anni queste persone inquinano la casa di Dio con la loro superba arroganza, puntando il dito contro l'operato dell'uomo comune. Si è vero la Chiesa è un'istituzione imperfetta fatta da uomini imperfetti, ma questi uomini si vantano e proclamano, attraverso le loro vergogne di rappresentare Dio... se fossi Dio sarei incazzato.
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