“Kill Musk’s Twitter”, ossia “Uccidere il Twitter di Elon Musk”. Questo, secondo fonti ufficiali e anche ufficiose che spesso sono anche più attendibili, sarebbe il piano dei laburisti della corona Britannica per sabotale Donald Trump. Secondo chiacchiere di corridoio? Noo, secondo affermazioni uscite dalle stanze rosa (non di certo rosse) dei laburisti, riuscire a fiaccare X coinciderebbe con fiaccare Trump a favore della Harris. Che i britannici dal dopo brexit siano in una palude senza precedenti questo lo si sa, quello che invece rimane più oscuro è come, attraverso il sabotaggio di X, arriverebbero a Trump.
“Kill Musk’s Twitter”, ossia “Uccidere il Twitter di Elon Musk”?
Altro che russi e Russiagate. Sembra proprio che i laburisti inglesi abbiano deciso di ficcare il naso nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, suggerendo alla campagna di Kamala Harris di intraprendere una serie di azioni, tra cui quella di spazzare via una delle più gravi minacce per il Partito democratico: X (Ex Twitter), la piattaforma social dell’uomo più ricco del mondo e sostenitore di Donald Trump, Elon Musk. Il problema per i laburisti, come del resto quello della Harris non è tanto X ma quanto la memoria degli americani. Con Trump al potere, non solo si è dato il via ad una serie di normalizzazioni geopolitiche senza precedenti ma anche, la capacità di Trump di creare aspettative economiche e di ripresa economica per gli USA.
L’inchiesta...
L’inchiesta, come accade sempre più spesso, non arriva dai grandi giornali e dalle testate più blasonate ma da due colleghi freelance: Paul D. Thacker e Matt Taibbi. I due giornalisti hanno diffuso una serie di documenti interni del Center for Countering Digital Hate (CCDH), una delle tante organizzazione che si battono contro la “disinformazione”, che rivelano un controverso piano volto a destabilizzare X di Elon Musk. Secondo i documenti trapelati, la priorità del CCDH, ente no-profit attivo anche negli Stati Uniti, è una campagna intitolata “Kill Musk’s Twitter” volta a colpire finanziariamente la piattaforma di Elon Musk. Un piano che prevedeva di esercitare pressioni sugli inserzionisti affinché abbandonassero in massa X. Il fondatore del CCDH è Morgan McSweeney, influente stratega del Partito Laburista e capo del personale del primo ministro Keir Starmer, menzionato insieme a Matthew Doyle, direttore delle comunicazioni dello stesso premier, in una denuncia federale presentata dal team di Donald Trump, che accusa il Labour di aver effettuato “contributi illegali alla campagna estera” e interferenze nelle elezioni americane. L’accusa è emersa dopo che lo staff del Labour ha organizzato un viaggio per quasi 100 attivisti per fare campagna in favore di Harris in Stati cruciali per le elezioni presidenziali. McSweeney e Doyle hanno partecipato alla Convention Nazionale Democratica di Chicago ad agosto.
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