Il Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) sull’escalation militare e gli ultimi sviluppi in Medio Oriente si è espresso in un modo deciso e razionale. In un comunicato, il Consiglio ministeriale del Ccg ha spiegato di aver esaminato gli sviluppi che minano la sicurezza e la stabilità della regione, in particolare in Libano e nella Striscia di Gaza.
Le violazioni che vengono contestate: le “gravi violazioni” in Cisgiordania, le “minacce” alla moschea di Al Aqsa e ai luoghi religiosi, l’escalation tra Israele e Iran.
Il Consiglio del Ccg ha condannato le operazioni militari in Libano e nei Territori palestinesi e ha messo in guardia dalle “pericolose ripercussioni di quest’escalation” che non si limitano solo alla regione, ma “minacciano la pace e la sicurezza internazionale”. Questo fatto anche essendo sotto gli occhi di molti, non trova forte condanna internazionale. Le misure prese contro Israele non sono idonee in quanto non rispondono alle esigenze di un popolo, il palestinese, allo stremo delle forse. Hezbollah continua ad essere il capro espiatorio per giustificare le idee espansionistiche di un popolo che crea guerre dal tempo di Abramo.
L'invito ufficiale...
I ministri degli Esteri dei paesi membri del Ccg hanno quindi invitato tutte le parti coinvolte nell’escalation in corso “a dar prova di moderazione, ad astenersi dalla violenza e a privilegiare il linguaggio del dialogo”, e la comunità internazionale “ad assumersi le proprie responsabilità per mantenere la sicurezza e la stabilità nella regione e ad attuare le pertinenti risoluzioni di legittimità internazionale”.
Per quanto riguarda il Libano
“Il sostegno al fraterno popolo libanese e a tutte le sue componenti in questa fase critica”, invitando alla “moderazione” per prevenire la diffusione del conflitto nella regione. I capi della diplomazia dei paesi membri del Ccg hanno anche: evidenziato la necessità di attuare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e gli accordi di Ta’if (trattato inter-libanese destinato a mettere fine alla guerra civile in Libano durata dal 1975 e al 1990), ribadito il contenuto della dichiarazione ministeriale congiunta rilasciata il 25 settembre da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti e altri paesi, in cui si chiede un immediato cessate il fuoco di 21 giorni e accolto con favore la dichiarazione rilasciata il 27 settembre a New York durante la ministeriale d’emergenza della Lega araba e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (Oic) per discutere l’escalation militare israeliana nei Territori palestinesi e in Libano.
Per quanto riguarda i Territori palestinesi
il Consiglio ministeriale ha evidenziato il “sostegno del Ccg al fraterno popolo palestinese, sottolineando la condanna dell’aggressione israeliana contro Gaza e Cisgiordania, chiedendo un cessate il fuoco immediato e permanente nella Striscia, la fine dell’assedio imposto sull’enclave (palestinese) e la liberazione degli ostaggi e dei detenuti”. I ministri degli Esteri del Ccg hanno anche sottolineato “l’importanza di aprire immediatamente e incondizionatamente tutti i valichi e di garantire l’accesso a tutti i soccorsi e agli aiuti umanitari, alle forniture mediche e alle necessità di base per la popolazione di Gaza, nel rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, nel quadro dell’adesione al diritto internazionale”. Il Consiglio ministeriale ha evidenziato l’appoggio del Ccg alla dichiarazione congiunta rilasciata l’8 agosto scorso dall’emiro qatariota, Tamim bin Hamad Al Thani, dal presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, e dal presidente degli Usa, Joe Biden, sulla necessità di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza, rilasciare gli ostaggi e i prigionieri, e riprendere i negoziati. I capi della diplomazia dei paesi membri del Ccg hanno invitato il Consiglio di sicurezza ad attuare le risoluzioni 2735, 2712 e 2720 su Gaza.
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