Se Cristo tenesse oggi in piazza il discorso delle beatitudini, arriverebbe la Digos a chiedergli i documenti?

Pubblicato il 20 ottobre 2024 alle ore 20:55

“Se Cristo tenesse oggi in piazza il discorso delle beatitudini, arriverebbe la Digos a chiedergli i documenti”. È l’idea di Ravasi, parlando del meraviglioso insegnamento di Cristo.

 

Dal vangelo di Matteo…

 

Dal vangelo di Matteo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la Terra”. Però, a pensarci bene, il cardinale non ha detto una scemata. Le persone passerebbero senza riuscire a comprendere molte cose. Cosa significherebbe oggi essere poveri in spirito? Sicuramente per i molti lobotomizzati spirituali, potrebbe voler dire: beati coloro che non sono spiritosi o che non hanno alcool a casa perché di essi è la più grande enoteca d’Italia? E di beati gli afflitti? Probabilmente capirebbero: Beati chi allo specchio si vede di merda e non riesce a rispettare il programma del personal trainer perché sarà proprio quel tocco di manzo a riconsolarvi?

 

Il tempo scellerato appositamente…

 

Del resto, viviamo in un contesto storico penoso, in cui, chi dovrebbe insegnare è di fatto, più sotto culturato di chi dovrebbe imparare. Molti ragazzini scelgono di non seguire l’ora di religione a scuola, perché probabilmente è dalle loro case che non riescono a comprendere l’importanza del fondamento della storia dell’umanità. I genitori, quelli di cui sopra, non riescono o non vogliono far capire che, l’ora di religione a scuola, significa esplorare l’evoluzione socio culturale e morale dell’umanità. La stessa difficoltà, viene dai protocolli didattici, del resto che ci aspettiamo da un professore o una professoressa che non sa distinguere tra patologia e sindrome, se invece di intervenire sul problema interviene sul suo  problema: numeri, assenze, voti, programmi. Ma a gestire tutta questa malsana massa di ecodeformati è la nostra politica. L’abitudine di alcuni politici di mostrare in pubblico simboli religiosi è pericolosa. Questa pratica non è necessariamente segno di fede. È strumentalizzare simboli che conservano una potenza straordinaria ma proprio per questo non vanno sfregiati impugnandoli a fini estrinseci.

 

La domanda di apertura?

 

Quindi, se il Cristo, di questi tempi, insegnasse le beatitudini in piazza, lo prenderebbero per un esaltato fatto di LSD? Interverrebbe la pattuglia della polizia: sgombrare per favore sgombrare non siamo mica al mercato...ci sono elementi che fanno pensare però e anche molto, Ravasi non si rende conto che questa struttura socio iporeligiosa, viene dalla mancanza di comunicazione con le famiglie. Questo perché? Per la distorsione di fatto del messaggio familiare che nel 2024, non può più passare attraverso chi una famiglia non sa cosa sia. L’istruzione evangelica di famiglia nasce da una distorsione di base e se, il messaggio deve essere soltanto quello e non l’esperienza diretta, allora ci troviamo di fronte a una deformazione storico sociale, in cui, di fatto, già a quel tempo la famiglia tradizionale esisteva di concetto e non di fatto. Quindi: chi insegna a insegnare?

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