La rivoluzione come cura in uno Stato di cose deformato... di Fabio Fiorina

Pubblicato il 7 novembre 2024 alle ore 12:36

La rivoluzione nel 2024, dovrebbe essere definita cura per una società deformata dallo stato delle cose. Lo Stato o gli Stati, intesi come organi esecutivi, rappresentano l'amoralità distruttiva e deformante, in un civismo involuto dal segreto di Stato e dalla mistificazione economico morale che gli organi di potere applicano. La rivoluzione che intendo, deve essere principalmente culturale, ciò sta a significare l'impegno di tutti a crescere culturalmente e civilmente. Il concetto di moralità e cultura deve tornare al centro del sistema sociale e non più delegato a chi, spesso, occupa posti di potere (anche o soprattutto occupati da sotto culturati) attraverso una forzatura economica e amministrativa, che porta all'utilizzo della militarizzazione per il controllo sociale. Le forze dell'ordine, i sotto ufficiali e ufficiali dei corpi facenti parte dell'esercito, giornalisti comprati, medici comprati, editori comprati sanno o hanno saputo delle forzature da parte degli organi di comando contro la popolazione? Certo che si, loro sono il braccio esecutivo dello Stato. Hanno tradito quella stessa popolazione composta anche dai loro familiari, amici, parenti... traditi dalla finzione di un giuramento funzionale per una guerra e non per una manomissione socio morale e/o addirittura familiare. A questa gente dico: avete tradito omettendo la verità e aiutando ad alimentare menzogne e soprusi, militarizzando la sanità affinché il Covid divenisse arma di controllo (per confessione pubblica del ministro della sanità olandese) per cosa? In alcuni casi per mantenere due spicci di stipendio, in altri certamente per due soldi in più e per non essere espulsi dall'ordine, qualsiasi esso sia. Avete ingannato tutti attraverso l'omissione e la complicità, senza avere gli attributi per dimostrare veramente come o cosa fosse la vostra anima. Quando pensate alle vostre famiglie ingannate,  amici o altre persone a voi legate, a cui avete dato il falso e difeso il falso: riuscite a specchiarvi? Riuscite a parlare ai vostri figli di lealtà e onesta morale e intellettuale? Ma soprattutto riuscite ancora a difendere lo Stato? Tornando al concetto di rivoluzione culturale è ovvio che si rende necessaria una partecipazione fisica, ciò non significa scontro ma rappresentanza... essere presenti all'enunciazione del concetto culturale che ha un nome: verità! Dobbiamo, come popolo, riprendere in mano le nostre scelte politiche, le nostre scelte sociali e morali. La nostra generazione (cinquanta/sessantenni) ha partorito una generazione di: sotto culturati, laureati sotto culturati o idoladranti del concetto tecnologico di vita affine al non faccio un cazzo ma giudico chi fa. Ignari di ogni fondamento socio culturale, hanno eliminato la conoscenza politica, civica e spesso anche artistica, all'inno "famose 'na biretta mentre se guardamo a magggica Roma (o altre squadre a scelta)". La colpa è nostra... noi che siamo: troppo giovani per le cose vecchie e troppo vecchi per le cose giovani abbiamo lasciato che la barchetta navigasse a vento... senza comando o senza una rotta e tutto ciò per cosa? Per fare la scalata negli uffici, ritornare alle 21 avendoli lasciati in balia del nulla... o sparire per giorni, magari persi in teatri e notti brave a fare professioni che sono fiche per chi vuol essere fico e poi si pente di esserlo stato e ora? Come li recuperiamo per portarli in piazza a riprendersi: futuro, libertà e verità? Amici cari, dobbiamo scendere in piazza per primi e alimentare così tanto i decibel culturali e morali da risvegliare in loro il desiderio di appartenenza... meditate gente meditate!

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.